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Tra i passaggi necessari per realizzare una valida gestione del patrimonio finanziario, c’è anche quello della valutazione dei costi di prodotti e servizi. In tema si commettono diversi errori: qualche utente crede sia sufficiente scegliere il prezzo più basso e, qualche banca, crede sia più furbo nascondere la questione sotto il tappeto.


In un’ipotetica consulenza patrimoniale abbiamo ben espletato tutti i passaggi basilari: Profilare

l’investitore; individuare i rischi da cui proteggere le persone e i beni; fare emergere gli obiettivi per poter decidere come finanziarli e con quale orizzonte temporale.

L’ipotetico cliente, pur avendo condiviso tale procedimento, talvolta fa un passo indietro perché, forse, non è pronto ad abbracciare un modello che esclude l’improvvisazione e richiede metodo e disciplina.

Quindi, ringrazia ma dichiara che “al momento”, preferisce investire in un giardinetto composto di titoli e prodotti da scegliere in base a: un buon rendimento nominale-promesso; buoni risultati passati; costi più bassi, in termini assoluti; perché lui “Non ha mica l’anello al naso”.

Cosa c‘è di sbagliato?

Tutti i criteri citati sono insufficienti.

Per esempio: Il rendimento non va mai visto come un dato a sé stante ma messo in relazione al rischio correlato.Di norma, ad un maggior rendimento, corrisponde un maggior rischio potenziale.Il fatto che,

statisticamente, il pericolo si verifichi poche volte non significa che non lo abbiamo corso. (si pensi alle polizze danni che paghiamo . . . sperando che non servano)

Oggi, comunque, per necessità di sintesi, ci concentriamo sul terzo criterio: la valutazione del prezzo.

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In tema, segnalo che:

comprare solo in base al prezzo è come se, tra scatole simili, scegliessimo quella che costa meno, senza badare al contenuto. Così si cade nell’atavico errore di non saper separare il grano dalla pula.Per evitarlo è necessario ragionare in termini di rapporto Qualità/Prezzo.

Il costo, compreso quello per la consulenza e la gestione, va messo in relazione al servizio. Che senso ha, ad esempio, paragonare i costi di un portafoglio in titoli autogestito, con quello attuato con strumenti a gestione professionale e assistito da un Consulente?

Infatti, se per decidere l’auto da comprare, considerassimo solo i costi, finiremmo tutti per scegliere un’utilitaria: equipaggiata con i soli sistemi di sicurezza obbligatori; senza condizionatore; poco accessoriata; con un bagagliaio grande come il cassetto di un comodino.

Invece, se possibile, ci accolliamo costi maggiori non solo per sfoggiare uno status symbol, ma per viaggiare più veloci, più comodi e, soprattutto, con maggior sicurezza. Per l’auto e per altri beni e servizi, spesso, le differenze non sono esteriormente percepibili.

Per esempio: tra alcuni modelli d’auto, esternamente identici, ci sono quelli senza l’Airbag lato passeggero. Tutto bene ma, se su quel sedile, un brutto giorno. . . ci fossi seduto io?


Quali sono gli standard di qualità, a cui rinunciamo, scegliendo così anche gli investimenti?

  1. Perdiamo la consulenza del professionista che, con parte di quei costi, viene remunerato. Quella consulenza che spesso tiene a freno l’emotività che può generare gravi errori. La stessa consulenza che spesso travalica il puro investimento per occuparsi di aspetti para-fiscali, previdenziali, di longevità, di passaggio generazionale.
  2. Perdiamo la diversificazione che solo il Risparmio Gestito può autonomamente, generare.
  3. Perdiamo parte dell’effetto capitalizzazione che, nel tempo, amplifica i risultati . Un errore irrimediabile, perché il tempo è una risorsa non rinnovabile e una volta perso . . .

Cose di vitale importanza ma difficili da misurare ed inserire in una tabella di confronto.


Si, va bene ma, le performance?


C’è chi dice che i Gestori non battono mai gli Indici. Falso, o almeno, non sempre vero.Ma anche su questo tema poniamoci la giusta domanda: “C’è qualcuno che detenendo solo titoli, a parità di rischio, abbia battuto l’Indice (o il Gestore) nel medio-lungo termine?”

NO: perché l’Indice è un’astrazione matematica che esclude qualsiasi costo, inefficienza o perdita di tempo e reinvestimento che, nella realtà, è praticamente impossibile replicare.



Costi: Il problema delle modalità di comunicazione

Per disposizioni CONSOB, i costi vanno comunicati ai clienti con apposito prospetto MIFID denominato

Oneri e Costi. Tale comunicazione deve essere “trasparente” ma …

In un articolo del 31 maggio us, Il Sole 24 Ore ha pubblicato alcune considerazioni circa i rendiconti sul 2024, che dovevano essere comunicati il 30 aprile 2025.

Detto articolo, su un campione composto dai 24 maggiori intermediari operanti in Italia, segnala le seguenti inadempienze:


  1. BCC e MPS: non hanno fornito alcuna Documentazione
  2. BP Sondrio; Credem; Fineco; Mediolanum; Poste: hanno prodotto un documento con un ti-tolo “di fantasia”
  3. Azimut; BP Sondrio; B. Aletti; B. Generali; BPM; BPER; Credit Agricol; Credem; Gruppo In-tesa (Intesa - S. Paolo - Fideuram); Poste: hanno prodotto un documento in cui, i dati dei costi erano nas-costi tra altri argomenti
  4. Azimut; BP Sondrio; B. Aletti; B. Generali; BPM; Credit Agricole; Credem; Mediobanca; Mediolanum; Poste; Unicredit: hanno prodotto un documento furbescamente lungo.

The Winner Is: il Gruppo Intesa (Intesa - S. Paolo - Fideuram) con ben 18 pagine.

NOTA: Ad alcuni operatori, tra quelli esaminati, non sono stati sollevati rilievi significativi: B. Desio; Moneyfarm; Spakasse; Webank e, naturalmente, Allianz Bank F.A.

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Gentile lettore: - Se Lei è un cliente di Allianz Bank: il 30/4/2025 ha ricevuto il documento MIFID in Mypost Investment (in alto a dx della Home page del sito) o come lettera (se ha scelto il cartaceo). In ogni caso, a richiesta, siamo pronti ad inviarle quello di sua pertinenza. - Se Lei è cliente di altri intermediari e non ha ricevuto il documento, oppure le è sfuggito perché abilmente camuffato, sappia che ha il diritto di richiederlo e, al caso, confrontarlo. Chi non comunica, o nasconde queste informazioni, forse è consapevole di non meritare quanto percepito, oppure considera la trasparenza una questione puramente burocratica. Valuti lei se continuare a farne oggetto della sua fiducia.


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